Non si possono uccidere le persone

Tolstoy Center for Nonviolence

Nov 17, 2020

Trovate una causa autenticamente pacifista. Iniziate a prendere parte a iniziative finalizzate a prevenire crimini contro la vita delle persone. Investite risorse in programmi, prodotti e servizi concreti, orientati al rifiuto della violenza legalizzata, delle mutilazioni e delle uccisioni.

  • Per “violenza legalizzata” qui e in seguito si intende la formazione e l’attività dei rappresentanti dell’ordine (esercito, polizia, servizi segreti, il sistema giudiziario etc.), il cui strumento di lavoro principale consiste nella minaccia di ricorrere alla violenza o direttamente al ferimento e all’uccisione di persone. Il termine sta ad indicare inoltre la fabbricazione, l’uso e la vendita di armi che provocano la morte e il ferimento delle persone e altri mezzi di distruzione.
  • Per “programmi concreti” si intende la non violenza tradotta dalle parole ai fatti: Se non si desidera dipendere dall’uccisione di altre persone per proteggere la propria vita, i propri territori e l’ordine in essi costituito, occorre cercare e trovare altri strumenti e modalità di difesa.

Come smettere di avere bisogno e di partecipare all'uccisione e alla mutilazione di persone

Umiltà e umanità

Per “umiltà” qui e in seguito, naturalmente si intende non l’accettazione del male, bensì la capacità di rapportarsi a ciascun essere umano con un atteggiamento improntato alla pace (umiltà come pacific-azione), indipendentemente da ciò che si dice o fa. L’umiltà consente di arrestare la diffusione del male, facendo sì che non si trasmetta da una persona all’altra. È una competenza, e come tale è possibile acquisirla tramite un approccio corretto e sforzi costanti. Tuttavia, spesso appare non come un tratto della personalità, ma come un processo di trasformazione, con progressi e rallentamenti.

  1. L’umiltà secondo la concezione cristiana. È il risultato di uno stile di vita basato sull’amore verso Dio attraverso Cristo e sul prendersi cura del prossimo, Il cristiano autenticamente umile crede nella vita eterna (e su questo si basano le sue parole e le sue opere) e non attende alcuna ricompensa durante la vita terrena. La teoria si basa sul Vangelo, la pratica sulla preghiera, l’ascesi e il lavoro. Chiaramente, più profonda è la fede, maggiore è l’umiltà, ma anche i primissimi passi in direzione di Cristo portano i loro frutti:
    • considerare Cristo un Maestro;
    • affidarsi a Lui come a un Profeta;
    • credere in Cristo quale Figlio di Dio e Salvatore.
  2. L’umiltà nella sua accezione generale. Comportarsi con le persone nel segno della pace, non rispondere al male con il male, non arrabbiarsi/incattivirsi, non esercitale la bontà in un’unica direzione (nei confronti dei membri della propria famiglia/clan/comunità ristretta). Questa tipologia di umiltà, se non rappresenta un tratto naturale della personalità, può essere acquisita in un altro modo (o in altri modi):
    • con strumenti e pratiche di natura psicologica (gestione delle emozioni, autocontrollo, comunicazione non conflittuale)
    • modifica della sfera di comunicazione, limitazione o allargamento del numero dei contatti (a seconda del tipo di personalità e della situazione concreta)
    • stile di vita indipendente e autonomo, vedi Stile di vita
    • terapia psichiatrica, psicologica e comportamentale

Tra gli strumenti che consentono di raggiungere uno stato di pace, ci sono anche pratiche religiose tipiche dell’Asia sud-orientale (buddismo, giainismo, induismo): meditazione, yoga etc. Per eliminare qualsiasi residuo di aggressività, è possibile ricorrere a vari tipi di attività fisica non competitiva (dall’allenamento finalizzato a migliorare la salute ad altri tipi di attività fisica cosciente).

Modalità di difesa

Le modalità di difesa dalle aggressioni fisiche si suddividono convenzionalmente in due tipologie, a seconda del risultato:

  1. indebolimento dell’aggressore: dà un risultato immediato, ma comporta conseguenze negative a lungo termine (ad esempio: armi fredde e da fuoco)
  2. rafforzamento dell’aggressore: dà un risultato non immediato, ma genera conseguenze positive sul lungo termine (ad esempio: umiltà, riflessione, comprensione)

Le azioni illustrate in seguito sono del primo tipo: indeboliscono l’aggressore fisicamente e moralmente. Al contempo però ci si premura di lasciare intatte la vita e la salute dell’aggressore, per quanto possibile.

Modalità di difesa individuali

  • forme di autodifesa individuale basate sulla lotta (akido, sambo non da combattimento etc.)
  • speciali dispositivi (peperoncino, gas, allarmi luminosi e acustici, etc.)
  • mezzi tecnici: webcam, fanali/detector, dispositivi di segnalazione di vario tipo e con varie finalità (persona/animale, casa/cortile/ufficio, strada/quartiere), allarmi (acustici e altro)
  • mezzi meccanici di difesa passiva (chiavistelli, recinzioni, blocchi etc.)
  • forme di divulgazione delle informazioni
  • trasferimento/migrazione

Modalità di difesa collettive

Nei seguenti documenti vengono illustrati ricerche, studi e modelli di difesa non letale:

  1. European Working Group on Non-Lethal Weapons (1998 - )
  2. Bradford Non-Lethal Weapons Research Project (1997-2007)

Non costituiscono propriamente iniziative non violente, giacché in buona parte dei casi:

  • sono concepite come vere e proprie armi, non esclusivamente come modalità di difesa: possono quindi essere utilizzate anche per attaccare
  • non escludono del tutto traumi e decessi
  • il principale committente e sponsor della loro ideazione è lo stato (non è quindi scontato che tali mezzi non vengano usati a scopo repressivo)
  • vengono elaborati negli stessi luoghi e dai medesimi specialisti che si occupano delle tipologie convenzionali di armi (assenza di fiducia)

Vi sono inoltre le forme di difesa passiva (i ricoveri e la relativa infrastruttura). Un discorso a parte meritano le strutture di detenzione, vedi Istruzione ed educazione.

Istruzione ed educazione

Attenzione La componente più importante di qualsiasi processo educativo improntato alla pace consiste, tra l’altro, nella formazione di un senso di rifiuto e intolleranza nei confronti dei mezzi e metodi di protezione violenti adottati in via ufficiale. L’”istruzione pacifica”, che tollera il ricorso alla violenza legalizzata, consiste di fatto in un inganno, che disorienta gli studenti invece di contribuire a formare una visione del mondo concretamente improntata alla non violenza.

L’attività pedagogica (inclusi la metodologia, la formazione e il processo pedagogico stesso) finalizzata all’educazione a una convivenza pacifica può essere divisa in due macro categorie a seconda dell’età, con una terza categoria comprendente le persone con comportamenti devianti:

  1. Bambini. Forme di istruzione:
    • meno efficaci: lezioni singole (lezioni sui valori della bontà, del perdono, della tolleranza e della gratitudine)
    • efficaci: esercitazioni pratiche su base regolare con l'assistenza di un pedagogo-psicologo (finalizzate allo sviluppo dell’empatia, alla gestione della rabbia, all’acquisizione di competenze di risoluzione pacifica dei conflitti)
    • più efficaci: programmi/metodologie/sistemi pedagogici complessi (metodo Montessori, sistema pedagogico scandinavo etc.)
  2. Giovani e adulti. Modalità di formazione: corsi/training/workshop/seminari:
  3. Persone potenzialmente asociali. Educazione e terapia comportamentale (Nils Christie et al.)

Una strategia molto promettente consiste nella rieducazione degli ex rappresentanti delle forze dell’ordine, inclusa l’inclusione sociale nel consesso civile e la partecipazione diretta all’assistenza alle vittime delle loro azioni.

Leggi e giurisprudenza

Nessuna delle iniziative citate in seguito è “non violenta” in senso letterale, poiché qualsiasi forma di diritto è basata sull’uso della forza per la tutela delle basi stesse del diritto. Tuttavia, per compiere i primi passi:

  1. Adozione di forme coerenti di tassazione e rifiuto della tassazione:
    • "Sovranità fiscale": si intende un insieme di meccanismi di Voluntary taxation e Tax choice , che implicano la possibilità di scelta, da parte degli individui, delle specifiche tasse (o categorie di tasse) da pagare, incluso il rifiuto totale del pagamento. La quantità di servizi ricevuti dallo stato corrisponde quindi alla somma e alla categoria delle tasse effettivamente pagate. Questo consente al singolo di non pagare le tasse per il mantenimento delle forze dell’ordine e dei relativi settori di attività nell’ambito dell’economia, della scienza e dell’istruzione (e altre spese ritenute inaccettabili).
    • Rifiuto di pagare le spese per il mantenimento delle forze dell’ordine nell’ambito degli attuali sistemi di tassazione (nei casi in cui è possibile separarele spese destinate a tal fine dalle spese fiscali generali), vedi Rifiuto consapevole di pagare le spese militari
    • Formazione di una cassa fiscale non violenta con le tasse dei contribuenti, vedi anche
    • Realizzazione di un meccanismo di tassazione non violenta in analogia al SC (Servizio Civile), vedi Tassazione alternativa non violenta
  2. Imposizione di limitazioni ai rappresentanti delle forze dell’ordine in termini di mandato, equipaggiamento e dotazione. Esempi di limitazioni: In 18 paesi del mondo, la polizia non ha in dotazione armi da fuoco (inclusa la Norvegia, la Gran Bretagna, l’Irlanda, l’Islanda, la Nuova Zelanda), vedi anche Costa Rica: 70 anni senza esercito.
  3. Rinuncia volontaria alla cittadinanza attribuita alla nascita. Casi di successo (USA) e di insuccesso (Federazione Russa). La cessazione della cittadinanza in assenza di garanzie di acquisizione di un’altra cittadinanza è di fatto impossibile se lo stato ha sottoscritto o si attiene alla Convenzione europea sulla cittadinanza e/o alla Convenzione ONU sulla riduzione dei casi di apolidia.
  4. Tutela dei diritti degli obiettori di coscienza che si oppongono al servizio militare per motivi religiosi o di coscienza. Istituzioni giuridiche locali e organizzazioni no-profit specializzate (in presenza della relativa base normativa nello stato interessato) oppure rappresentanti politici, attivisti e rappresentanti della stampa (in assenza di tale base normativa).

Rifiuto progressivo degli istituti il cui rafforzamento mina il senso di fratellanza spirituale tra i cittadini e ne erode l’unità spirituale:

  • l’istituto della democrazia quale forma di struttura sociale che genera risentimento, disperazione e rabbia (fino al vero e proprio odio) nelle minoranze obbligate a sottomettersi alle decisioni della maggioranza;
  • l’istituto dell’ autorità, i cui attuali poteri (mandare le persone alla morte) devono essere limitati alle funzioni amministrativo-gestionali, mentre le decisioni devono avere carattere di mera raccomandazione;
  • ripensare il concetto di diritto, che tenta di sostituire l’amore con le leggi.

Le tendenze di cui sopra sono presenti in forma limitata in alcune piccole comunità formatesi per motivi di affinità religiosa, ideologica, o spontaneamente, vedi Stile di vita.

Consapevolezza

Risorse sostenibili elaborate nel XXI secolo e orientate alla consapevolezza e alla conoscenza della storia della non violenza (tappa iniziale) e delle tendenze attuali (tappa attuale):

  • opere che hanno fatto scoprire nuove personalità e approcci della non violenza (libri e altre pubblicazioni del Center for Global Nonkilling , titoli Via dalla violenza etc.)
  • stampa periodica e online (newsletter delle organizzazioni della società civile, manuale del Centro Tolstoy etc.)
  • Contenuti audio e video (trasmissioni televisive, Youtube, podcast)

Economia e business

Risoluzione efficace e di massa dei problemi legati all’impiego nella struttura socio-economica degli uomini in età di servizio attivo:

  • necessità di auto-espressione a livello fisico
  • necessità di acquisire anche all’esterno attributi di rispetto/riconoscimento e importanza personale
  • anche in termini di leadership e/o potere
  • tendenza a riunirsi in gruppi, organizzarsi in una gerarchia, sottomettersi agli ordini

Esempi di impiego:

  1. difesa civile (con mezzi non cruenti, vedi Mezzi di difesa)
  2. costruzione, riparazione, manutenzione di strutture abitative e non e di infrastrutture
  3. protezione civile e servizi di soccorso (azioni preventive e di rimedio alle conseguenze delle situazioni d’emergenza)
  4. organizzazione dell’assistenza a bambini, ammalati e anziani
  5. controllo sulle risorse e sul territorio
  6. lavoro manuale etc.

Risoluzione dei conflitti

La costruzione della pace riguarda i conflitti, alla cui base vi sono sempre motivazioni piuttosto banali: l’invidia, la vanagloria, sentimenti di superiorità nazionalistici etc. Per questo la competenza principale dei costruttori di pace è non cedere alla collera e alla disillusione quando si scontrano quotidianamente con la pochezza e le debolezze delle persone.

Al contempo, anche i costruttori di pace con molta esperienza non sempre riescono a garantire che la propria mediazione (e a volte anche la loro stessa presenza) non causi, provochi o getti le basi di problemi magari ancora maggiori e di difficile risoluzione. Per questo nella vita reale la costruzione della pace spesso si traduce nella risoluzione di conflitti “qui e ora”, senza alcuna garanzia del fatto che essi non si ripetano.

  1. Conflittologia pratica. Elaborazione e messa in pratica di competenze di interazione verbale e fisica (fonti: esperienza di vita, talento, formazione specifica):
    • sviluppo della competenza dell’umiltà (vedi Umiltà e umanità) come capacità di risolvere i conflitti, le dispute e le contraddizioni su base quotidiana
    • conflittologia di comunità (psicologi/esperti di conflitti/facilitatori/mediatori, esempi di formazione: Deep Democracy Institute )
    • conflittologia globale:
  2. Azione a distanza. Disponibilità e adozione di modalità di azione non verbale/metafisica o rifiuto di azioni negative (in base al presupposto che le forme di azione da remoto siano disponibili).
  3. Assistenza spirituale. Manifestazione di qualsiasi forma di azione come risultato dell’assistenza spirituale e della protezione di una forza superiore, inclusa la risoluzione dei conflitti senza la partecipazione delle parti interessate.

Lifestyle

Attention Attenzione agli individui e gruppi sociali che sostengono che la propria fede, le proprie convinzioni e i propri ideali siano al di sopra dei valori della bontà e della compassione; di chi vede la bontà solo a senso unico (diretta cioè esclusivamente ai membri della propria comunità), a chi è eccessivamente orientato ai media o, al contrario, eccessivamente chiuso.

Comunità basate sui principi dell’autonomia, della non violenza, dell’ascesi,della modestia, della frugalità e della resistenza alle tentazioni:

  1. su base spirituale e pratica: “tolstoiani” etc.
  2. su base religiosa e pratica: amish, mennoniti, duchobory, quaccheri, etc.
  3. abitanti di territori e villaggi che adottano uno stile di vita spontaneamente non violento (e relativavisione del mondo), vedi esempi storici
  4. altre comunità, gruppi, famiglie, individui

Eccezioni

I seguenti ambiti, pur avendo le caratteristiche delle iniziative non violente, non rientrano in questo elenco (cliccare per espandere):

Difesa dei diritti e attività degli avvocatiAlla base della difesa dei diritti dei cittadini di qualsiasi stato c’è l’adozione di metodi violenti; inoltre, qualsiasi giudizio emesso da un tribunale si basa principalmente sulla prospettiva di una punizione dovuta alla mancata sottomissione del cittadino, non sulla fiducia e sul rispetto tra le persone stesse.
Iniziative contro la guerra (pacifismo)Lasciano irrisolto il problema della sicurezza garantita tramite le minacce e la prospettiva di ferire e uccidere le persone (esercito, polizia, servizi segreti, giustizia etc.). Hanno carattere principalmente simbolico, non prevengono le uccisioni né a livello locale né sistemico, e raramente portano a passi e programmi concreti per la costruzione della pace.
Opposizione non violentaMolto raramente la resistenza non violenta riguarda la possibilità di difendersi senza uccidere. Più spesso viene messa in atto non quando viene usata la violenza contro qualcun altro, bensì quando le cose si mettono male per chi oppone resistenza.
Politica internazionale e nazionaleUn enorme numero di casi richiede la valutazione e l’analisi delle conseguenze da parte di esperti perché tali misure possano essere considerate univocamente “soluzioni autenticamente pacifiche”. Spesso questi casi prevedono il ricorso all’uso della forza.
Missioni umanitarie e indirizzate all’assistenza medicaVengono eliminate le conseguenze del conflitto, non le cause (in alcuni casi, è addirittura fatto divieto di discuterne). Occorre spesso una stretta collaborazione con le forze dell’ordine, che è necessario formare e istruire in proposito.